mercoledì 14 agosto 2013

Romanzo (quasi) medioevale

Questa lettura non mi ha entusiasmato, contrariamente agli altri membri del Club del Libro che ne hanno apprezzato la trama e la scrittura. Io sarò forse complicata ma mi ha lasciato poco, forse mi aspettavo troppo perchè il mio standard in fatto di libri di ambientazione medioevale è assestato su "Il nome della Rosa" e "I pilastri della Terra".
Giustifichiamo l'autore, considerando che questa è una sua opera prima, ma resto perplessa quando scopro che questo libro ha vinto addirittura il Premio Bancarella lo scorso anno. Direi proprio che è l'ennesima conferma che tali manifestazioni sia decisamente pilotate dalle grandi case editrici (come potete leggere QUI) e poco ha a che fare con ciò ce pensano i lettori, ossia coloro che i libri non sono li leggono ma soprattutto li comprano. Questo riconferma le mie impressioni anche su "Resistere non serve a niente" di Walter Siti, anch'esso fresco di premio Strega, che sto ora leggendo. Non so, questi libri mi lasciano perplessa e il confronto che altri non premiati (o meno sponsorizzati) è a dir poco imbarazzante.
Ma torniamo al romanzo.
Siamo nell’anno 1205 e padre Vivïen de Narbonne è costretto a fuggire, braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere, perchè possiede un libro dai poteri soprannaturali, l'Uter Ventorum, che non è disposto a cedere a nessun prezzo. Passano 13 anni e Ignazio da Toledo, un mercante di reliquie, riceve da un nobile veneziano l’incarico di mettersi sulle tracce proprio di questo volume, che si dice contenga incantesimi di grado di evocare gli angeli e la loro divina sapienza. Inizia così l’avventuroso viaggio di Ignazio tra Italia, Francia e Spagna, sulle tracce di un manoscritto che nel frattempo è stato diviso in quattro parti. qualcuno pare abbia smembrato in quattro parti e accuratamente nascosto. Solo chi è in grado di risolvere gli enigmi disseminati lungo il percorso che conduce al libro, potrà trovarlo e accedere ai suoi segreti. Ma Ignazio non è l’unico a volerlo e una strana e potente società segreta intende recuperarlo senza badare molto ai mezzi utilizzati per ottenere questo scopo. Non vi svelo il finale (e la poca suspance che riserva al lettore) ma sappiate che c'é un lieto fine.
Una storia di ambientazione medioevale ma che un dà brividi. Direi che Umberto Eco e Ken Follet possono proprio dormire tranquilli...

Per Ferragosto, l'urna ci ha regalato un romanzo di ben altro genere che si annuncia davvero divertente e che avevo in lista di lettura da un po'.
"Zia Mame"
di Patrick Dennis

Per sapere quale è stato il libro precedente, cliccate qui

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